Alla sfilata inaugurale ogni Paese abbia la propria bandiera ma un cartello diverso: Tibet. Birmania, Darfur…


Silvio Giulietti


"Lancio una proposta un pò folle. Le delegazioni dei paesi partecipanti ai giochi durante la sfilata inaugurale pur mantenendo la bandiera della nazione che rappresentano potrebbero sostituire il cartello del loro paese con uno con scritto Tibet, o Birmania o magari Darfur".


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Alla sfilata inaugurale ogni Paese abbia la propria bandiera ma un cartello diverso: Tibet. Birmania, Darfur...

Vi ricordate di Johnny Stecchino? C’è quella scena dove il mafioso spiega a Roberto Benigni che una delle grandi piaghe di Palermo è il “traffico”. Beh mi è tornata in mente rileggendo diversi articoli nazionali ed internazionali scritti negli ultimi due anni dove si è molto discusso riguardo quello che sembrava essere il “vero problema” delle prossime Olimpiadi di Pechino: l’inquinamento ambientale! Improvvisamente scopriamo che in quel grande paese ci sono altre “cosine” che lasciano a desiderare tipo la libertà di espressione o il rispetto dei diritti umani.

Un paio di settimane fa ci eravamo molto tranquillizzati leggendo che il governo degli Stati Uniti aveva depennato la Cina dalla lista dei paesi dove questi diritti non vengono rispettati.

Allora ci eravamo sbagliati! Il problema è stato risolto e possiamo tranquillamente tornare a pensare alle polveri sottili.

Poi in Tibet è successo qualcosa, o si suppone stia succedendo qualcosa, dal momento che le autorità cinesi controllano e bloccano i flussi informativi.

Ed ecco che improvvisamente il tema diritti umani torna a farsi pressante e la parola boicottaggio delle Olimpiadi ricompare dopo anni.

Era il 1980 Olimpiadi di Mosca, allora era l’invasione dell’ Afghanistan.

Servì a qualcosa? I russi si ritirarono nel 1989 e certamente non a causa del boicottaggio di nove anni prima (al quale giova ricordarlo prese parte anche la Cina).

Partecipare ai giochi e quindi, per i media, poter raccontare è una occasione da non sottovalutare. Non esserci, non vedere anche con tutte le limitazioni che saranno imposte dalle autorità sarebbe un errore.

Lancio una proposta un po’ folle.

Le delegazioni dei paesi partecipanti ai giochi durante la sfilata inaugurale pur mantenendo la bandiera della nazione che rappresentano potrebbero sostituire il cartello del loro paese con uno con scritto Tibet, o Birmania o magari Darfur.

Sarebbe un modo per dare voce a tutti gli esseri umani privati dei diritti più elementari che urlano ogni giorno la loro disperazione ma che nessuno può sentire.

Fonte: Articolo21

Silvio Giulietti, Giornalista e cineoperatore Rai, vincitore del premio Alpi e premio Luchetta 

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento