A Pratica di Mare prove di guerra bipartisan


Manlio Dinucci - nena-news.globalist.it


Davanti a duecentomila spettatori, esercitazioni militari offensive con la “presa di un aeroporto in territorio ostile”, alla presenza del ministro della difesa e di quello “ombra”. Con uso massiccio di bombardieri nuovi di zecca.


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A Pratica di Mare prove di guerra bipartisan

Gli incursori, lanciandosi da alta quota, piombano sull’”aeroporto da conquistare”: loro compito è individuare gli “obiettivi sensibili” e indicarli all’ora X ai “velivoli da attacco”, i Tornado, che provvederanno a “neutralizzare eventuali minacce”.
È iniziato così, all’apertura della “Giornata Azzurra” svoltasi domenica a Pratica di Mare, l’”evento tattico” che dimostra in modo realistico le capacità dell’aeronautica militare di portare a compimento “operazioni particolarmente incisive”: in questo caso specifico “la presa di un aeroporto in territorio ostile”. In “condizioni reali”, si precisa, l’operazione dovrebbe svolgersi di notte facendo leva sull’”effetto sorpresa”.
Subito dopo gli incursori, infatti, i caccia Tornado effettuano il primo “incisivo attacco” sull’aeroporto, colpendo con bombe di precisione gli obiettivi individuati e procedendo alla “bonifica” delle aree adiacenti. Scortati da caccia Eurofighter Typhoon, il cui compito è assicurare la “superiorità aerea”, atterrano quindi i C-27J Spartan che sbarcano materiali e fucilieri. Altri vengono sbarcati da elicotteri HH – 3F, mentre caccia Amx appoggiano le operazioni a terra sganciando bombe e sparando col cannone di bordo. Conquistato l’aeroporto, penseranno gli incursori e i fucilieri a “garantirne la sicurezza”. Tale operazione, sottolinea l’aeronautica, si svolgerebbe in condizioni reali nel quadro di una “missione di stabilizzazione”, effettuata da una coalizione “sotto l’egida dell’Onu”, e per “rifornire di materiale sanitario e derrate alimentari la popolazione stremata da anni di conflitto”. Ci si prepara ad altre “guerre umanitarie”.
Ad applaudire “l’evento tattico” c’era, naturalmente, il nuovo ministro della difesa Ignazio La Russa. Ma, accanto a lui, una presenza altrettanto importante: quella del ministro ombra della difesa Roberta Pinotti (Pd). A significare che, se oggi l’aeronautica è in grado di occupare con “l’effetto sorpresa” un aeroporto “in zone lontane dai confini nazionali”, il merito va non solo ai governi di centro-destra ma anche a quelli di centro-sinistra. È grazie a questa azione bipartisan che le forze armate italiane si stanno trasformando, come informa il capo di stato maggiore della difesa, in uno “strumento proiettabile”. Dotato di spiccata capacità “expeditionary” coerente col “livello di ambizione nazionale”. Possono così garantire la “difesa degli interessi vitali del paese” in aree di “interesse strategico”, che al momento comprendono Balani, Europa orientale, regione del Caucaso, Africa settentrionale, Corno d’Africa, il vicino e il Medio Oriente e il Golfo Persico.
La capacità di proiettare il “potere aereo” italiano sarà affidato a una “Expeditionary air task force” ad alta prontezza operativa, dotata di 45-50 velivoli, in grado di operare per sei mesi a grande distanza dal territorio. Ne faranno parte anche gli F-35 Lightning, caccia statunitensi concepiti per tutte le missioni d’attacco, al cui sviluppo l’Italia sta partecipando quale partner di secondo livello con l’impegno di acquistarne oltre 130, in base a una serie di accordi stipulati a partire dal 1998 dai governi D’Alema, Berlusconi e Prodi.
Tutto questo costa: l’Italia è alita, come spesa militare procapite, al sesto posto mondiale. E a pagare sono i cittadini, perché si tratta di denaro pubblico. La sola preparazione militare però non basta. Occorre preparare allo stesso tempo il consenso popolare al potenziamento della macchina bellica italiana. Per questo l’aeronautica ha definito l’esibizione di Pratica di Mare “uno dei momenti più importanti di comunicazione”.
Alla “presa di un aeroporto in territorio ostile” hanno assistito oltre 200mila persone, tra cui tante famiglie con bambini, portati a questa lezione di cultura di guerra. L’ingresso era gratuito. Grazie anche ai numerosi sponsor: da Finmeccanica a Piaggio Aero,da Intesa Sanpaolo a Tiscali. A proposito: chissà se Renato Soru (oggi proprietario de “l'Unità”) si è reso conto di aver contribuito in tal modo a rafforzare una servitù militare non meno pericolosa di quella territoriale. Quella mentale.

Fonte: il Manifesto

27 maggio 2008 

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