Appello: la storia è un bene comune, salviamola!


la Repubblica


Lo storico Andrea Giardina, la senatrice a vita Liliana Segre e lo scrittore Andrea Camilleri lanciano un appello per ridare dignità nelle scuole alla materia.


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riprendiamocilastoria

La storia è un bene comune. La sua conoscenza è un principio di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini. È un sapere critico non uniforme, non omogeneo, che rifiuta il conformismo e vive nel dialogo. Lo storico ha le proprie idee politiche ma deve sottoporle alle prove dei documenti e del dibattito, confrontandole con le idee altrui e impegnandosi nella loro diffusione.

Ci appelliamo a tutti i cittadini e alle loro rappresentanze politiche e istituzionali per la difesa e il progresso della ricerca storica in un momento di grave pericolo per la sopravvivenza stessa della conoscenza critica del passato e delle esperienze che la storia fornisce al presente e al futuro del nostro Paese.

Sono diffusi, in molte società contemporanee, sentimenti di rifiuto e diffidenza nei confronti degli “esperti”, a qualunque settore appartengano, la medicina come l’astronomia, l’economia come la storia. La comunicazione semplificata tipica dei social media fa nascere la figura del contro-esperto che rappresenta una presunta opinione del popolo, una sorta di sapienza mistica che attinge a giacimenti di verità che i professori, i maestri e i competenti occulterebbero per proteggere interessi e privilegi.

I pericoli sono sotto gli occhi di tutti: si negano fatti ampiamente documentati; si costruiscono fantasiose contro-storie; si resuscitano ideologie funeste in nome della deideologizzazione. Ciò nonostante, queste stesse distorsioni celano un bisogno di storia e nascono anche da sensibilità autentiche, curiosità, desideri di esplorazione che non trovano appagamento altrove. È necessario quindi rafforzare l’impegno, rinnovare le parole, trovare vie di contatto, moltiplicare i luoghi di incontro per la trasmissione della conoscenza.

Ma nulla di questo può farsi se la storia, come sta avvenendo precipitosamente, viene soffocata già nelle scuole e nelle università, esautorata dal suo ruolo essenziale, rappresentata come una conoscenza residuale, dove reperire al massimo qualche passatempo. I ragazzi europei che giocano sui binari di Auschwitz offendono certo le vittime, ma sono al tempo stesso vittime dell’incuria e dei fallimenti educativi.

Il ridimensionamento della prova di storia nell’esame di maturità, l’avvenuta riduzione delle ore di insegnamento nelle scuole, il vertiginoso decremento delle cattedre universitarie, il blocco del reclutamento degli studiosi più giovani, la situazione precaria degli archivi e delle biblioteche, rappresentano un attentato alla vita culturale e civile del nostro Paese.

Ignorare la nostra storia vuol dire smarrire noi stessi, la nostra nazione, l’Europa e il mondo. Vuol dire vivere ignari in uno spazio fittizio, proprio nel momento in cui i fenomeni di globalizzazione impongono panorami sconfinati alla coscienza e all’azione dei singoli e delle comunità.

Per questo cittadini di vario orientamento politico ma uniti da un condiviso sentimento di allarme si rivolgono al governo e ai partiti, alle istituzioni pubbliche e alle associazioni private perché si protegga e si faccia progredire quel bene comune che si chiama storia
e chiedono 

  • che la prova di storia venga ripristinata negli scritti dell’esame di Stato delle scuole superiori
  • che le ore dedicate alla disciplina nelle scuole vengano incrementate e non ulteriormente ridotte
  • che dentro l’università sia favorita la ricerca storica, ampliando l’accesso agli studiosi più giovani. 

Andrea Giardina
Liliana Segre
Andrea Camilleri

 

PER FIRMARE CLICCA QUI 

 

Fonte: Repubblica

25 aprile 2019

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Rispondi a Marialuisa Boilini Annulla risposta

31 commenti su “Appello: la storia è un bene comune, salviamola!

  • Roberta Fantozzi

    dove si firma? andrebbe consentito a tutte e tutti di farlo! grazie!

  • Milca Lamuraglia

    Condivido pienamente l’affermazione contenuta nell’appello che ‘Ignorare la nostra storia vuol dire smarrire noi stessi’. Cultura e storia ci possono ancora salvare dall’arroganza, dai pregiudizi e dall’odio.
    Dove si può firmare l’appello?
    Sono un’insegnante e una produttrice di programmi radiofonici per bambini (prevalentemente ‘storie’) e per tutti particolarmente centrati su ‘memoria’ storica, cultura, lotta ai pregiudizi.

  • Susanna Guiducci

    Vorrei poter firmare l’appello, date la possibilità a tutti di firmare!
    Grazie

  • Fulvio Barbarito

    Iniziativa importante e fondamentale in un momento in cui tutto si dimentica.

    Una domanda: come si fa a firmare l’appello?

  • Gastone Cottino

    Intendo sottoscrivere l’appello per La storia bene comune
    Prof Gastone Cottino – giurista

  • Loris Parpinel

    Condivido pienamente e sottoscrivo l’appello.
    Loris Parpinel-avvocato

  • Letizia Cosentino

    Perché nessuno risponde alla domanda di come partecipare? Anche io vorrei poter contribuire con la mia firma.
    Ho l’impressione che “La Repubblica” sia interessata solamente alle firme di persone “conosciute”.
    Letizia Cosentino

  • Maurizio Novak

    Aderisco all’appello con convinzione.
    Maurizio Novak
    Insegnante di Scienze Naturali

  • Maria Antonella Magnoni

    Conservare la memoria storica per educare i nostri figli è un dovere morale e civile. Mi piacerebbe che i programmi didattici fossero più sintetici sulla storia antica per lasciare spazio alla storia contemporanea.
    Vorrei firmare ma è una sottoscrizione ristretta? Ho cercato ma non ho trovato il modo, è un peccato perché siamo in tanti a crederci.

  • Lavinia Samotti

    La storia è bene comune, noi siamo oggi quello che é stato prima di noi.

  • Marialuisa Boilini

    Buongiorno! Sono una docente di storia e filosofia di un Liceo Scientifico di Pisa e sto cercando di trovare il modo di firmare questo appello da ormai più di quattro giorni, ma senza esito!
    Che scherzo è questo?
    Ritengo dovreste almeno spiegare le ragioni di questo appello ‘blindato’.
    Grazie!

  • Antonio Michele stanca

    Da Un settima sto tentando di aderire all’appello Storia senza successo. Cmq firmo e aderisco: Antonio Michele Stanca – Georgofilo.

  • Compieta Lucio

    Sono pienamente convinto che senza conoscenza del passato non ci sia futuro. E’ stato gia’ detto da altri e lo ribadisco. Mentre i ns. nonni e i ns. genitori raccontavano storie vissute nel secolo scorso , la scuola era latitante,glissava, sembrava fosse meglio non parlare di quello che era successo. Studiavamo i greci,gli ateniesi,gli spartani,i romani ,napoleone,arrivavamo alla prima guerra mondiale poi del fascismo era meglio non parlarne,per il quieto vivere. Ma il fuoco covava sempre sotto la cenere… e ora lo stiamo vedendo!

  • René Rosenfeld

    Non solo condivido l’idea di questo appello, ma pure lo firmo. Aggiungerei che l’insegnamento della storia dovrebbe essere esteso pure a livello delle scuole sia medie che professionali e non solo nelle medie superiori. La storia è un patrimonio universale e non particolarmente a vantaggio di chi accede agli studi accademici.
    Dr. René Rosenfeld

  • René Rosenfeld

    Non solo condivido questo appello, ma lo firmo. Considero la studio della storia un patrimonio universale da non limitarlo solo all’insegnamento medio superiore, ma al contrario estenderlo a tutti i livelli della scuola.

    Dr. René Rosenfeld

  • mario neri

    Buongiorno, vorrei firmare l’appello per la storia. Ma come molti altri non riesco a capire dove si firma. Vi sarei grato se poteste darmi le informazioni necessarie. cordiali saluti